sabato 19 novembre 2011

Prima dalla web reputation - parte 3


segue da ... 

Allora chiediamo il come e il dove di questo link, e diciamo che forse non è così importante, chiediamo chi l'ha visto e come lo ha trovato, ma giustamente le risposte latitano, non è certo colpa del cliente non avere queste informazioni, le sta chiedendo a noi.
A questo punto suggeriamo al cliente che forse prima sarebbe necessario definire quale sia l'impattodella comunicazione online, magari anche in relazione alla spesa annua impegnata dal cliente.
Per tutta risposta il cliente dice che è più importante capire quale sia la sua reputazione, che vuole sapere cosa dicono di lui, del suo brand e della sua impresa.
Allora ci mettiamo a fare la web reputation, quella vera, con analisi semantica, verifica del testo, utilizzo delle più sofisticate tecnologie: algoritmi fuzzy, reti neurali, etc. etc.
Il giorno della presentazione dei risultati andiamo ad illustrare le evidenze della ricerca, si evidenzia una discreta reputazione, e tutto sommato sembra che non vi siano commenti molto negativi sul brand, anzi si evidenziano alcuni giudizi positivi su alcuni blog. Unica nota negativa quel post già individuato e discusso.
Ovviamente il cliente non sopportava questo pesante giudizio ed ha replicato in modo perentorio sullo stesso blog, innescando una polemica che ha coinvolto altri attori ed ha allargato seppur di poco la platea.
Il cliente ci mostra soddisfazione e ci rivolge domande su cosa dovrà fare per evitare commenti negativi e far crescere la reputazione.
Chiediamo: ma come impiegherà questi dati? E sul viso si dipinge un punto interrogativo! Risposta: "siccome i commenti sono piuttosto positivi continueremo in questo modo, giusto?"
Chiediamo: ma quanto spendete all'anno in comunicazione? E i vostri competitor?
Visto che l'isola che non c'è ha la statistica ed il metodo scientifico nella sua anima, qualche numero lo abbiamo controllato, verificando quale sia la visibilità del brand, in relazione ai competitor, e con un semplice numero che noi chiamiamo WVI "Indice di visibilità sul web" o "Web Visibility Index" facciamo notare che i competitor diretti sono sicuramente molto più visibili e presenti nel web, hanno mediamente più visitatori, ma sembra che la spesa in marketing sia paragonabile. Come mai? 
Quando presentiamo i risultati numerici, il cliente comprende le domande e i suggerimenti che facevamo a inizio progetto… e quindi ci chiede ulteriori dati…
Ecco cosa c’è prima della web reputation!
Dati e numeri sono necessari per dare un valore alla web reputation, per poter dare un valore reale ai commenti, sia positivi che negativi. Il nostro cliente spende più dei competitor in marketing, ma ha un brand meno conosciuto e in fondo anonimo nella platea del web, né positivo né negativo, ma il cliente dapprima pensava che tutto fosse fosco e negativo, poi pensava che tutto sommato andava bene. In realtà va male il suo brand in relazione ai competitor, ma non perché un post su un blog sperso nella rete parla male del brand, ma poiché i soldi spesi in marketing non stanno dando nessun frutto concreto.
Quindi prima dell’analisi della reputazione in rete è sempre il caso di verificare la presenza e la visibilità. Come? Utilizzando strumenti idonei quali l’indice di visibilità sulweb (WVI Web Visibility Index) o le analisi di web presence.

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